Potrebbe sembrare una cosa logica, eppure c’è voluto il
Garante Privacy per confermarlo attraverso un provvedimento: “non è lecito
inoltrare una mail con informazioni sulla salute e il numero di cellulare della
persona che l’ha inviata senza averla prima informata e avere avuto il suo
consenso”. E così la massima istituzione a tutela della nostra riservatezza ha
vietato a due società l’ulteriore trattamento dei dati contenuti in una mail ed
ha prescritto loro l’adozione di misure per garantire una scrupolosa vigilanza
sull’operato del personale che tratta i dati per loro conto o interesse.
venerdì 29 maggio 2015
Il Garante Privacy dice no alle mail con informazioni sulla salute di una persona
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venerdì 22 maggio 2015
L’interessante punto di Assofarm sulla Farmacia dei servizi
Da
anni se ne parla, tutti la vogliono, la normativa lo consente, ma la “farmacia
dei servizi” non decolla. Eppure viene indicata come una soluzione ai problema
della Sanità pubblica che deve affrontare la crisi economica a fronte di un
aumento della richiesta di salute da parte dei cittadini, che grazie alle cure
beneficiano di una sopravvivenza più lunga. In questo contesto i farmacisti
pubblici vogliono riqualificare il loro ruolo diventando parte integrante del
Servizio sanitario nazionale, applicando in maniera sistematica e non a spot la
normativa vigente che consente alle farmacie di essere il primo e più facile
sportello di accesso alla prestazione dei servizi sanitari.
La rivoluzione è in corso ma deve essere avallata dalla convenzione scaduta che deve regolare il rapporto fra le Regioni e le farmacie. Praticamente la farmacia pubblica potrebbe diventare un presidio territoriale della Asl con molte funzioni, a partire dai cup e dal pagamento del ticket, già in atto in alcune strutture, ma anche erogazione di servizi e prestazioni a volte in convenzione, a volte con minima spesa per il cittadino, utilizzando anche figure professionali esterne. Ma ce la farà il Servizio Sanitario Nazionale ad organizzare un tale sistema e a sostenerlo finanziariamente? Assofarm ritiene di sì, perchè la medicina territoriale ha lo scopo di prevenire le malattie e di evitare gli innumerevoli ricoveri delle persone anziane che utilizzano una larga fetta dei costi della Sanità.
La rivoluzione è in corso ma deve essere avallata dalla convenzione scaduta che deve regolare il rapporto fra le Regioni e le farmacie. Praticamente la farmacia pubblica potrebbe diventare un presidio territoriale della Asl con molte funzioni, a partire dai cup e dal pagamento del ticket, già in atto in alcune strutture, ma anche erogazione di servizi e prestazioni a volte in convenzione, a volte con minima spesa per il cittadino, utilizzando anche figure professionali esterne. Ma ce la farà il Servizio Sanitario Nazionale ad organizzare un tale sistema e a sostenerlo finanziariamente? Assofarm ritiene di sì, perchè la medicina territoriale ha lo scopo di prevenire le malattie e di evitare gli innumerevoli ricoveri delle persone anziane che utilizzano una larga fetta dei costi della Sanità.
giovedì 14 maggio 2015
La violenza sugli operatori sanitari, un fenomeno in aumento da non sottovalutare
La violenza sugli operatori sanitari è un fenomeno che sta
registrando una crescita preoccupante, ma viene ancora notevolmente
sottostimato e sottovalutato in quanto le vittime tendono a non denunciare gli
episodi. Le conseguenze delle aggressioni subite sono però consistenti e
attengono a diverse sfera della vita privata e professionale. Dinamiche che
sono state analizzate e discusse nel corso del convegno ‘La violenza sugli
operatori sanitari’, promosso dal Tribunale dei diritti e dei doveri del
medico, con il supporto del centro studi Anaao Lazio, e svoltosi presso
l’Ospedale San Giovanni di Roma.
"La violenza sugli operatori sanitari, sia di tipo fisico che verbale, sta evidenziando un’imponente crescita strutturale - è grido d'allarme lanciato da Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e dei doveri del medico (TDMe) - Purtroppo le aziende non dispongono di strutture ad hoc per occuparsi della materia e per questo molti episodi rimangono in un cono d’ombra. Medici e infermieri finiscono quindi per sentirsi abbandonati. Si tratta di casi dovuti in gran parte alle mancanze del territorio che costringono i cittadini, sempre più esasperati, a recarsi in ospedale per ogni genere di accertamento. Le soluzioni da mettere in campo per modificare lo status quo non mancherebbero. Sarebbe opportuno istituire un osservatorio sul tema in ogni regione e creare delle unità specifiche di supporto psicologico per le numerose vittime. Purtroppo le aziende ancora non si stanno muovendo in questa direzione. Auspico, inoltre, un atteggiamento diverso da parte della politica, sempre pronta a rilasciare dichiarazioni a supporto dei cittadini soggetti a casi di malasanità, ma assente quando si tratta di esprimere solidarietà agli operatori che hanno subito aggressioni”.
"La violenza sugli operatori sanitari, sia di tipo fisico che verbale, sta evidenziando un’imponente crescita strutturale - è grido d'allarme lanciato da Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e dei doveri del medico (TDMe) - Purtroppo le aziende non dispongono di strutture ad hoc per occuparsi della materia e per questo molti episodi rimangono in un cono d’ombra. Medici e infermieri finiscono quindi per sentirsi abbandonati. Si tratta di casi dovuti in gran parte alle mancanze del territorio che costringono i cittadini, sempre più esasperati, a recarsi in ospedale per ogni genere di accertamento. Le soluzioni da mettere in campo per modificare lo status quo non mancherebbero. Sarebbe opportuno istituire un osservatorio sul tema in ogni regione e creare delle unità specifiche di supporto psicologico per le numerose vittime. Purtroppo le aziende ancora non si stanno muovendo in questa direzione. Auspico, inoltre, un atteggiamento diverso da parte della politica, sempre pronta a rilasciare dichiarazioni a supporto dei cittadini soggetti a casi di malasanità, ma assente quando si tratta di esprimere solidarietà agli operatori che hanno subito aggressioni”.
venerdì 8 maggio 2015
Settimana mondiale per la sicurezza stradale… e per la sicurezza dei minorenni
L’informazione, questa sconosciuta. Infatti, sono tante le
fobie che ci vengono trasmesse dall’informazione, che spesso è invece assente
per ciò che riguarda una corretta informazione. Ad esempio sono ancora molti
coloro che non sanno che è proprio l’automobile uno dei maggiori pericoli per
la propria incolumità. Si parla tanto di aerei, senza sapere che questo è uno
dei mezzi più sicuri che ci siano, pazzi depressi inclusi. Invece le stragi
sull’asfalto sono all’ordine del giorno, eppure sono pochi coloro che lo
pensano prendendo la propria automobile: come si sa poco sulla falcidia di
minorenni in corso quotidianamente sulle nostre strade.
E’ in corso in questi giorni la settimana mondiale per la
sicurezza stradale indetta dall’Oms. Quest’anno l'attenzione è focalizzata proprio
sui bambini e su come migliorare la loro sicurezza sulle strade. Secondo
un rapporto dell'Oms ogni anno nel mondo muoiono circa 186.300 bambini sotto i
18 anni a causa di un incidente stradale. La percentuale delle morti per
incidente stradale è tre volte superiore nei paesi in via di sviluppo rispetto
ai paesi sviluppati. Molti di più sono i feriti, spesso gravi.
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