Un miliardo e mezzo di euro l’anno. È quanto rendono ogni
anno gli oltre 240 brevetti prodotti dai migliori 50 ricercatori italiani.
Peccato che a beneficiarne non sia l’Italia, ma i Paesi dove sono andati a
lavorare. E così la “fuga di cervelli”, un danno per il patrimonio
intellettuale italiano, si traduce anche in uno “spreco di cervelli”. Basta
guardare ai dati dell’Ocse, dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema
Universitario e della Ricerca e dell’I-Com, l’Istituto per la Competitività:
nonostante i nostri ricercatori producano studi scientifici qualitativamente e
quantitativamente superiori alla media Ocse (siamo all’ottavo posto nel mondo),
solo una minima parte di questi si traduce in brevetti, produzione industriale
e quindi ricchezza, nove volte meno che in Danimarca, sette volte meno che in
Usa, quattro volte meno che in Germania, Francia e Spagna.
Come uscire dall’impasse? Dall’Italia una risposta per valorizzare il lavoro svolto dai ricercatori, e tradurlo in brevetti, in lavoro, in produzione industriale, arriva dal Sud Italia, esattamente dal Laboratorio di Ricerche Biomediche di Catania. Il laboratorio - presentato alla stampa in occasione del Convegno “Il valore della ricerca, la creazione di opportunità” a Catania - frutto di una collaborazione pubblico-privato, vede impegnate l’Università di Catania, l’Università La Sapienza di Roma ed Eli Lilly, oltre a poter contare sui fondi europei del Programma operativo nazionale (Pon) per il primo progetto portato avanti.
Obiettivo del laboratorio inaugurato nel 2013 è fare ricerca, adeguatamente finanziata, per poter tradurre poi le nuove scoperte e acquisizioni in brevetti e quindi in produzione industriale, invertendo la tendenza negativa del nostro Paese. E dare nuove opportunità ai ricercatori.
Come uscire dall’impasse? Dall’Italia una risposta per valorizzare il lavoro svolto dai ricercatori, e tradurlo in brevetti, in lavoro, in produzione industriale, arriva dal Sud Italia, esattamente dal Laboratorio di Ricerche Biomediche di Catania. Il laboratorio - presentato alla stampa in occasione del Convegno “Il valore della ricerca, la creazione di opportunità” a Catania - frutto di una collaborazione pubblico-privato, vede impegnate l’Università di Catania, l’Università La Sapienza di Roma ed Eli Lilly, oltre a poter contare sui fondi europei del Programma operativo nazionale (Pon) per il primo progetto portato avanti.
Obiettivo del laboratorio inaugurato nel 2013 è fare ricerca, adeguatamente finanziata, per poter tradurre poi le nuove scoperte e acquisizioni in brevetti e quindi in produzione industriale, invertendo la tendenza negativa del nostro Paese. E dare nuove opportunità ai ricercatori.