sabato 27 giugno 2015

Attenzione a tatuaggi e piercing. In uno su 4 si verificano complicanze infettive

Tatuaggi e piercing sono sempre più amati dai giovanissimi, una tendenza che non teme crisi ma che, considerate ‘pratiche ornamentali’, sono talvolta effettuate con leggerezza. Una recente ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata su 2500 studenti liceali coinvolti con questionario anonimo, ha rilevato come il 24% di essi abbia avuto complicanze infettive; solo il 17% ha firmato un consenso informato; e uno scarno 54% è sicuro della sterilità degli strumenti che sono stati utilizzati.
Scopo della ricerca è quello di informare gli adolescenti che “l’esecuzione di ornamenti estetici in locali non certificati senza rispetto delle norme igieniche, oppure pratiche fai da te con strumenti artigianali inadeguati, possono essere veicoli di trasmissione di malattie infettive, per via ematica. In particolare, ad esempio, quelle prodotte dal virus dell’epatite B e C – HBV e HCV – e dal virus dell’AIDS – HIV -, che a volte sono causa di morte; inoltre, da recenti studi scientifici, è stato rilevato come l’inoculazione nella cute di sostanze chimiche non controllate costituisca un rischio di reazioni indesiderate di tipo tossicologico o di sensibilizzazione allergica”.

venerdì 19 giugno 2015

“Lo smantellamento della sanità pubblica e il silenzio della Fnomceo”

Il fenomeno di progressiva “proletarizzazione” dei medici non trova riscontro solo nel peggioramento delle loro condizioni economiche. A essere sempre più compromessa è la capacità di incidere su aspetti vitali della loro attività professionale: dalle condizioni di lavoro (orario, turni, reperibilità), al salario; dalle modalità di conferimento degli incarichi alla revoca di quelli di struttura semplice e complessa indipendentemente da ogni procedura di valutazione. Un fenomeno che peraltro interessa, anche se in forma più contenuta, tutto il comparto della pubblica amministrazione, additato dalla stampa e da molti politici come il principale responsabile del dissesto finanziario del paese. E basta a tal proposito ricordare le campagne lanciate da Brunetta contro i fannulloni annidati nella pubblica amministrazione per capire come l’operazione sia stata architettata a tavolino.

venerdì 12 giugno 2015

Chiudono gli ospedali pubblici e crescono le strutture residenziali private

Si può essere d’accordo o meno, vederla da una prospettiva o da un’altra. Ma è certo che continua imperterrita la diminuzione delle strutture ospedaliere pubbliche italiane che tra il 2009 e il 2012 si sono contratte del 3,2% (circa 60 ospedali in meno). Ma soprattutto continua il calo dei posti letto che nel 2012 sono scesi a quota 232.652. Nel 2011 erano 242.285. Ben 9.643 letti in meno (-4%). Al contempo, e quasi a rimarcare un andamento opposto e concomitante, si registrano incrementi soprattutto per il privato accreditato, come evidenziato dai trend dell’assistenza territoriale semiresidenziale (-0,3% per il pubblico, +6% per il privato accreditato) dell’assistenza territoriale residenziale (+1,0% per il pubblico, +5,7% per il privato accreditato. È questa la fotografia del Ssn per l’anno 2012 scattata dal Ministero della Salute e contenuti nell’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN per l’anno 2012.

giovedì 4 giugno 2015

Italiani secondi al mondo per aspettativa di vita (83 anni) secondo il WHO-World Health Statistics 2015


Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso disponibile sul proprio sito web il Report “World Health Statistics”, che valuta i progressi relativi agli obiettivi legati alla salute in ciascuno dei 194 Paesi per i quali sono disponibili statistiche sanitarie. Pubblicato ogni anno a partire dal 2005, “World Health Statistics” rappresenta la fonte ufficiale delle informazioni sullo stato di salute della popolazione mondiale. Contiene i dati provenienti da 194 Paesi su una serie di indicatori di mortalità, di malattia e relativi ai sistemi sanitari, tra cui la speranza di vita, le morti per malattie, i servizi e trattamenti sanitari, gli investimenti in materia di salute, così come i comportamenti e i fattori di rischio per la salute.
Analizzando i dati contenuti nel Report riguardanti l'Italia, possiamo notare come, in quanto ad aspettativa di vita alla nascita, nel nostro Paese si è passati dai 77 anni del 1990 agli 83 del 2013 (80 uomini e 85 donne). Una crescita che ci porta al secondo posto al mondo, insieme a San Marino, Spagna, Svizzera e Singapore, in quanto a longevità, secondi solo al Giappone dove si raggiungono gli 84 anni. Di rilievo anche l'aspettativa di vita in salute che raggiunge i 73 anni. Un risultato, pari a quello della Spagna e secondo solo a Singapore (76 anni).