venerdì 25 settembre 2015

Sono 2.177 i casi registrati di crimini farmaceutici nel mondo, tra furti, contraffazioni e commercio illegale


Tutto ciò che muove ricchezza è terreno minato. Perché la frode è sempre dietro l’angolo. E questo “terreno minato” non conosce limite né di spazio, di tempo e di categoria. L’importante è generare ricchezza, senza porsi troppi scrupoli. Anche quando ne va di mezzo la salute dell’uomo. Nel 2014 sono stati 2.177 i casi relativi ai crimini farmaceutici nel mondo. Il 68% ha riguardato casi di contraffazione, il 29% la distribuzione illegale e il 3% i furti. Numeri in linea con il 2013 quando i casi registrati erano stati 2.193, ma in ogni caso sempre superiore ai 2018 casi del 2012. In ogni caso aumentano anche gli arresti, se nel 2012 sono stati 1.236, nel 2014 sono saliti a 1.488.
La fotografia l’ha scattata Ashley How del Pharmaceutical Security Institute (PSI) durante il workshop di approfondimento dal titolo “Pharmaceutical Crime and Falsified Medicines - New perspectives in the collaboration between public and private sectors”, organizzato dal Pharmaceutical Security Institute (PSI), in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico. Un incontro internazionale in cui sono intervenuti i rappresentanti delle Amministrazioni coinvolte, delle aziende farmaceutiche e delle associazioni di settore.

venerdì 18 settembre 2015

In Francia via libera alla vendita in farmacia del test ‘fai da te’ per l’Hiv

Deve essere considerato un bene quello di poter accelerare i tempi in caso di sospetto di aver contratto l’Hiv, anche se questi esami potrebbero risultare non totalmente sicuri? Per molti no, per altri certamente sì. Da qualche giorno, infatti, i cittadini francesi potranno acquistare in farmacia un test 'fai da te' per verificare se un soggetto ha contratto il virus Hiv. “Nel nostro paese - ha detto il Ministro della Salute transalpino, Marisol Touraine- , dove 150.000 persone vivono con l'HIV, tra cui 30.000 inconsapevolmente, è una grande sfida. L'auto-test è uno strumento in più per la lotta contro questa malattia. Non è destinato a sostituire lo screening tradizionale dell’analisi del sangue”. Infatti non è destinato a sostituire nulla, piuttosto ad ergersi come primo campanello di allarme capace di indirizzare il malato verso un’indagine più approfondita. In caso di risultato positivo sarà infatti necessario fare una seconda verifica, sottoponendosi al test tradizionale. Tra gli altri limiti c'è il fatto che il test può dare un risultato negativo se l'infezione è avvenuta a meno di 3 mesi di distanza, rispetto alle sei settimane delle analisi tradizionali fatte in laboratorio. Infine il test funziona solo sull'Aids, ma non per le altre infezioni a trasmissione sessuale.

venerdì 11 settembre 2015

Prosegue la discesa dei ricoveri ospedalieri. Nel 2014 -3,2%. Rispetto al 2001 quasi il 30% in meno


La notizia è da incorniciare. Prosegue, infatti, il calo dei ricoveri in ospedale. Se nel 2013 erano scesi del 4% rispetto al 2012, il trend continua anche nel 2014: ne sono stati effettuati 9.526.832, per un totale di 63.129.031 giornate, con una riduzione rispetto al 2013 di circa 315 mila ricoveri (-3,2%) e 1.184.000 giornate (-1,8%). Dati che evidenziano i progressi della medicina capace di garantire un rapido decorso post-operatorio a differenza dei tempi biblici di un tempo. E' quanto illustrato nel Rapporto annuale sull'attività di ricovero ospedaliero (Dati SDO 2014), a cura dell'Ufficio VI della D.G. programmazione sanitaria del Ministero della salute. Il report analizza anche l’andamento nell’ultimo decennio. Dal 2001 al 2006 l’andamento sostanzialmente costante, intorno a 13 milioni di dimissioni e poco più di 11 milioni di giornate, mentre a partire dall’anno 2007 si osserva una chiara e costante diminuzione, ottenuta grazie alle politiche di riduzione dell’inappropriatezza dell’ospedalizzazione, e di trasferimento ad altri setting assistenziali. Nel 2014 i valori si attestano su circa 9,5 milioni di dimissioni (il 27% in meno rispetto ai 13 mln del 2001) e poco più di 63 milioni di giornate erogate.

venerdì 4 settembre 2015

Carne bovina infetta da Aids. “Una bufala del Web” assicura l’Istituto Superiore di Sanità

Diffidare dei social network, specialmente quando la notizia è allarmistica ai massimi livelli. Perché un procurato allarme può generare una pericolosa reazione da parte dei meno informati che non fa bene al vivere civile e comunitario. E i social network stanno diventando, da una parte uno dei primi mezzi di informazione da parte di molti, dall’altra uno dei sistemi più semplici da usare per generare procurato allarme e destabilizzare l’opinione pubblica, sempre più orientata verso un’informazione “lampo” ed in pillole ad uso e consumo del superficialismo più becero.