lunedì 15 ottobre 2012

Pubblicato il Rapporto Eures 2012: chi sono i medici che evadono il fisco?


I farmacisti sono più onesti dei medici specialisti. Detta così suona come un’affermazione che premia o castiga un’intera categoria, ma vuole essere soltanto una frase a effetto che, per capire realmente lo scenario, va contestualizzata nella più ampia analisi pubblicata nel Rapporto Eures 2012 sull’evasione fiscale.
Il tema è molto delicato e proprio per questo meritano d’essere diffusi i dati di questo studio a tratti sconcertante. Numeri alla mano emerge infatti che evade le tasse il 34% dei medici specialisti e dei dentisti (oltre un miliardo di tasse non versate), il 40% degli psichiatri/psicologi, il 38% dei dietologi e dei nutrizionisti, il 25,3% dei veterinari. Insomma, il Rapporto Eures, per quanto riguarda l’ambito sanitario, dipinge un quadro a tinte fosche, pur riconoscendo l’onestà di gran parte delle farmacie, che emettono quasi sempre lo scontrino.



In realtà, facendo un passo indietro si scopre come il periodo davvero nero sia stato quello compreso tra il 2004 e il 2007, quando sono aumentati gli evasori in tutte le categorie professionali: confrontando i risultati del I e del II Rapporto Eures sull’Evasione fiscale in Italia, si nota come sia aumentata l’illegalità fiscale nelle principali categorie professionali osservate (artigiani, liberi professionisti e commercianti), confermandosi come uno dei principali ostacoli  al risanamento economico del Paese. Tra i 41 mestieri oggetto d’indagine soltanto in tre casi (badanti, colf e parrucchieri) dalle testimonianze degli italiani intervistati si riscontra una diminuzione dei comportamenti illeciti, mentre in 38 il fenomeno registra un aumento.

Intanto 9 italiani su 10 chiedono ancora più rigore nella lotta all’evasione fiscale: il 70% del campione giudica ancora insufficiente l’impegno del Governo nella lotta all’evasione fiscale, definendolo “poco” (47,5%)  o “per niente  efficace” (22,5%), a fronte del 30% di opinione contraria; un’azione inefficace è segnalata più diffusamente tra gli uomini (76,9% rispetto al 73,2% tra le donne), tra gli anziani (74,3%), e nel campione del Nord (80,2% rispetto al 58,1% nel Centro e al 62% nel Sud).

Gli italiani sono stanchi di pagare anche per i furbi e il mondo delle professioni sanitarie, in questa situazione di malessere diffuso, non può continuare a ignorare questa “malattia” così diffusa eppure tanto radicata in alcune categorie.

Nessun commento:

Posta un commento