lunedì 22 ottobre 2012
Come migliorare l’Assistenza domiciliare nel Lazio
Prosegue anche per il prossimo biennio l’impegno di Cittadinanzattiva per offrire un contributo civico al miglioramento dell’Assistenza Domiciliare Integrata nei territori regionali, mettendo a punto tre raccomandazioni civiche in altrettante regioni italiane. Il progetto, sulla base dei dati emersi dall’indagine conclusa nel 2010, si propone di analizzare le criticità riscontrate dai cittadini nell’attivazione e prosecuzione del servizio di assistenza ed elaborare proposte per un miglioramento complessivo dei servizi. Si comincerà proprio nel Lazio per proseguire, nel 2013, in Piemonte e Sicilia.
Dal più recente rapporto pubblicato da Cittadinanzattiva sulla base di quanto dichiarato da 3 ASL, 2 distretti, 16 medici di medicina generale e 7 cittadini, risulta che nel Lazio, dal momento della richiesta, diversi sono i tempi di attesa segnalati per l’avvio del programma. Per i distretti l’attesa arriva sino a 15 giorni, per le asl sino a 30 giorni, mentre i cittadini nel 28,6% dichiarano di attendere più di 30 giorni.
Il 71,4% dei cittadini segnala, poi, l’assenza di un supporto psicologico. Questo dato trova conferma anche nella composizione dell’équipe dichiarata da ASL e distretti sanitari, che affermano di non avere alcuno psicologo nell’équipe assistenziale. Sarebbe interessante comprendere con quali modalità e attraverso quali figure professionali le ASL che hanno dichiarato di non avere psicologi nell’équipe assistenziale riescano a garantire l’assistenza psicologica per i pazienti. Il dato infatti che mostra come una ASL su 3 garantisca tale tipologia di servizio sembrerebbe discordante.
Positivo invece il riscontro a proposito della continuità assistenziale tra ospedale e domicilio, che è garantita dalla Asl nel 100% dei casi, attraverso l’attivazione di protocolli d’intesa con vari soggetti. E i cittadini valutano positivamente questa misura nel 57,1% dei casi.
Ma i costi per farmaci, materiale sanitario, attrezzature medicali, badanti e altro pesano comunque sulle tasche dei cittadini: nel Lazio, rispetto ai dati raccolti con l’ultima indagine, emerge che il 71,4% dei cittadini ha dovuto ricorrere a spese integrative per coprire le reali esigenze assistenziali. Le spese principali sostenute dal 57,1% dei cittadini sono quelle relative ai farmaci con un importo che arriva anche ai 1000 euro; il 28,6% segnala costi privati per materiale sanitario per il quale si giunge a spendere sino a 80 euro.
Insomma, nonostante gli sforzi compiuti dai responsabili dei servizi sul territorio, curarsi bene in alcuni casi resta ancora un lusso, anche per malati in gravi condizioni. E con i tagli in corso e con quelli futuri sicuramente sarà a tinte ancora più fosche la fotografia del mondo dell’assistenza domiciliare che scatterà Cittadinanzattiva nel prossimo biennio.
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