mercoledì 18 settembre 2013

“Health inequalities”, pubblicati i dati europei

Per il 10% degli italiani ci sono gravi privazioni

Le differenze, che una volta erano ampie, tra i diversi paesi europei per quanto riguarda l’aspettativa di vita e il tasso di mortalità infantile si vanno via via restringendo, ma restano evidenti disparità e ineguaglianze che devono essere recepite ancora oggi come un campanello d’allarme. Sicuramente è da prendere in considerazione l’ultimo Report pubblicato in questi giorni dalla Commissione Europea sul diritto alla salute nei 27 Paesi membri. A cominciare proprio dai dati relativi all’Italia, visto che siamo l’unico grande Paese della vecchia Europa dove nel 2011 la popolazione risulta sottoposta a gravi privazioni materiali che hanno inciso anche sulla salute, in percentuale quasi doppia rispetto alla Francia.

Il Commissario europeo Tonio Borg ha dichiarato a questo proposito: “Le disuguaglianze negli ultimi anni nell’Unione Europea si sono ridotte. Questo è incoraggiante. Ma il nostro obiettivo resta sempre quello di procedere nella riduzione del gap ancora presente per la salute tra diversi gruppi sociali e tra le diverse aree. La nostra azione per superare le disuguaglianze in termini di accesso alle cure deve essere una priorità diffusa a tutti i livelli”.

Il Report focalizza la sua attenzione soprattutto sulle cause della perdurante disuguaglianza nell’accesso alle cure analizzando diversi fattori sociali come le disparità presenti in alcuni contesti nelle condizioni di vita quotidiane, il reddito, i livelli di educazione e l’incidenza del fenomeno della disoccupazione sulle rinunce che vanno a scapito della tutela della salute.

E’ interessante ad esempio il dato relativo all’aspettativa di vita distinto per livelli di educazione nei diversi Stati membri. Nel 2010, ad esempio, sono stati intervistati campioni di trentenni più o meno colti e la risposta è stata assai differenziata: la stima infatti nei diversi Paesi variava da tre a diciassette anni (mentre per le donne il gap era più contenuto e cioè da 1 a 9), con una speranza di vita molto più bassa per le persone con un background culturale meno forte.

Nello scorso mese di febbraio, la Commissione ha adottato il documento “Investire in salute”, che rafforza il legame tra le politiche dell'UE per la salute e le riforme nazionali dei sistemi sanitari finalizzate a investimenti intelligenti per i sistemi sanitari sostenibili, investire nella salute delle persone e investire nella riduzione delle disuguaglianze.

Il Programma europeo per la Salute, la coesione e dei fondi strutturali, oltre ai fondi per la ricerca e l’innovazione (Horizon 2020) sono tutti strumenti in grado di sostenere gli investimenti in salute in tutta l’Unione europea. Italia inclusa, ovviamente.

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