mercoledì 4 settembre 2013

Stop alla precarietà nelle professioni sanitarie

Nel Lazio i precari impiegati nei vari ospedali del territorio sono 2615

E’ più precario e cagionevole lo stato di salute medio sul nostro territorio o la condizione lavorativa delle professioni sanitarie? A quanto pare la precarietà è comune a entrambi e quando incide sulla continuità delle prestazioni a tutela della salute dei cittadini comincia a rappresentare un problema che non si può certo ignorare.
Sono, infatti circa 35.000 le persone impiegate nel settore sanitario in attesa di stabilizzazione tra medici, personale infermieristico, tecnici e altri 11 profili professionali, che operano con continuità ma senza garanzie per il futuro nelle nostre strutture ospedaliere. Un numero tanto consistente da indurre il Ministro della Salute a proporre l’introduzione di uno strumento utile a smontare il tema del precariato che nel Servizio Sanitario Nazionale ha assunto dimensioni tali da mettere in crisi la qualità delle prestazioni erogate, specie nelle Regioni in piano di rientro.

E visto che si tratta di misure urgenti e che comunque il settore ha caratteristiche differenti rispetto alle altre realtà della Pubblica Amministrazione, si è deciso nei giorni scorsi che si procederà con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il cui contenuto sarà condiviso con le Regioni e le Province Autonome, per accelerarne l’attuazione.

Nel Lazio, i precari impiegati nei vari ospedali del territorio sono 2615 e il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha già dato ampia disponibilità a dare il suo contributo per spazzare via quella incertezza che rischia di condizionare anche le performance lavorative.

“Siamo pronti a fare la nostra parte per  risolvere definitivamente un problema che riguarda migliaia di famiglie – ha spiegato Zingaretti - unendo il nuovo modello della sanità con la progressiva stabilizzazione del personale. Vogliamo evitare di perdere le professionalità che si sono formate nel corso degli anni”.

E all’indomani della riunione con tutti i sindacati dei medici per fare chiarezza sulla reale situazione della sanità nel Lazio , ha aggiunto: “Siamo impegnati in questi giorni a svolgere un lavoro puntuale in ogni Asl per rispondere alle indicazioni del nuovo decreto auspicando che venga superato il blocco del turn over che caratterizza fortemente da sette anni il nostro territorio. Se questo da un lato ha parzialmente contenuto i costi del personale, dall’altro ha comportato l’aumento dell’acquisto di beni e servizi dall’esterno per garantire i livelli essenziali di assistenza”.

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