Presentata la ricerca
di Cittadinanzattiva sulle fasce deboli e i servizi pubblici locali
Ogni famiglia spende in media 900 euro l’anno per i servizi
sanitari, che si vanno ad aggiungere ai 333 euro per l’acqua, 308 per i
rifiuti, 512 euro per la bolletta elettrica, 1.162 per il gas, 290 per il
trasporto pubblico. Sono questi i dati emersi dall’ultima indagine rielaborata
dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sulle fasce deboli e i
servizi pubblici locali.
La spesa media sostenuta nel 2012 da una famiglia per
farmaci e le visite specialistiche (secondo l’Istat) è in flessione del 6,2%
rispetto al 2011 e del 10% rispetto al 2008, ma il dato preoccupante è che sono
in aumento i ticket (+13,4% su specialistica fra 2011 e 2012, +5,2% per i
farmaci). Le regioni in cui l’aumento dei ticket è stato più pesante sono
Toscana (+23,4%), Basilicata (23,3%), Veneto (+22,7%), Liguria (+21,5%).
Questi dunque i numeri. Oltre a dare un quadro complessivo
dei fenomeni più evidenti, la ricerca approfondisce anche alcune problematiche
spesso esasperate dalle difficoltà economiche e dall’assenza di servizi di
sostegno alle fasce deboli. Valga come esempio la sempre più tardiva decisione
di mettere su famiglia e mettere al mondo dei figli e le implicazioni pratiche
che ne derivano. Oggi, per fattori correlati alla situazione economica, spesso
si decide di avere figli in un’età più avanzata rispetto al passato. E’ un dato
biologico che la fertilità decresce con l’età, diminuendo sensibilmente dopo i trentacinque
anni e drasticamente dopo i quaranta.
Tutto questo significa che concepire in età avanzata è più difficile, sia naturalmente
sia ricorrendo a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Nel caso della
PMA i costi di accesso alle prestazioni per le coppie in una struttura ospedaliera
pubblica sono di circa 2.7000/3.000 €. Nei Centri privati il costo è molto diversificato
e va dai 3.000 agli 11.000 €. Per non parlare poi dei costi connessi alla eventuale
gravidanza. Si può stimare che i costi per esami diagnostici e visite
specialistiche in gravidanza possano aggirarsi tra gli 800 ai 1000 euro. La
cifra comprende l’iter che va dalle prime analisi al parto stesso, esclusa
l’amniocentesi (il cui costo supera i 600€). Si deve tenere presente che i
costi possono essere più alti poiché molte persone si rivolgono direttamente al
privato.
Molti degli esami diagnostici in gravidanza vengono erogati
dal Sistema sanitario nazionale ma, con le lunghe liste d’attesa, soltanto
pochissime donne riescono a prenotare nei tempi stabiliti mentre altre sono obbligate
a rivolgersi ad una struttura privata. In gravidanza, l’80% delle donne
italiane sceglie di pagare di tasca propria l’assistenza di un ginecologo privato
piuttosto che rivolgersi a consultori e ambulatori ospedalieri gratuiti soprattutto
per la continuità assistenziale: essere seguite per tutta la gravidanza dallo stesso
specialista con cui stabilire un rapporto di fiducia personale.
Insomma, la maternità spesso si rivela un lusso
inaccessibile per le fasce deboli.
“La ricerca - afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale
di Cittadinanzattiva - mostra la
debolezza delle misure attualmente in vigore per il sostegno alla famiglia
media italiana diventata sempre più, negli anni, soggetto debole, stretta fra
crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato ad una società
profondamente mutata. Dai dati della ricerca si evincono misure deboli, anacronistiche e disomogenee a
livello territoriale, non rappresentative delle nuove categorie di soggetti
deboli, ad es. i cittadini immigrati Ci
troviamo inoltre di fronte ad un forte paradosso: i cittadini sono spesso
chiamati a sostenere economicamente le amministrazioni nell’erogazione dei
servizi, ma ancora oggi non concorrono sistematicamente nella definizione degli
stessi”.
A cura di Progetto Archimede
www.progettoarchimede.com
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