lunedì 21 aprile 2014

Quali tutele hanno le famiglie per una vita sostenibile?

Presentata la ricerca di Cittadinanzattiva sulle fasce deboli e i servizi pubblici locali

Ogni famiglia spende in media 900 euro l’anno per i servizi sanitari, che si vanno ad aggiungere ai 333 euro per l’acqua, 308 per i rifiuti, 512 euro per la bolletta elettrica, 1.162 per il gas, 290 per il trasporto pubblico. Sono questi i dati emersi dall’ultima indagine rielaborata dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sulle fasce deboli e i servizi pubblici locali.
La spesa media sostenuta nel 2012 da una famiglia per farmaci e le visite specialistiche (secondo l’Istat) è in flessione del 6,2% rispetto al 2011 e del 10% rispetto al 2008, ma il dato preoccupante è che sono in aumento i ticket (+13,4% su specialistica fra 2011 e 2012, +5,2% per i farmaci). Le regioni in cui l’aumento dei ticket è stato più pesante sono Toscana (+23,4%), Basilicata (23,3%), Veneto (+22,7%), Liguria (+21,5%).

Questi dunque i numeri. Oltre a dare un quadro complessivo dei fenomeni più evidenti, la ricerca approfondisce anche alcune problematiche spesso esasperate dalle difficoltà economiche e dall’assenza di servizi di sostegno alle fasce deboli. Valga come esempio la sempre più tardiva decisione di mettere su famiglia e mettere al mondo dei figli e le implicazioni pratiche che ne derivano. Oggi, per fattori correlati alla situazione economica, spesso si decide di avere figli in un’età più avanzata rispetto al passato. E’ un dato biologico che la fertilità decresce con l’età, diminuendo sensibilmente dopo i trentacinque anni e drasticamente dopo i  quaranta. Tutto questo significa che concepire in età avanzata è più difficile, sia naturalmente sia ricorrendo a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Nel caso della PMA i costi di accesso alle prestazioni per le coppie in una struttura ospedaliera pubblica sono di circa 2.7000/3.000 €. Nei Centri privati il costo è molto diversificato e va dai 3.000 agli 11.000 €. Per non parlare poi dei costi connessi alla eventuale gravidanza. Si può stimare che i costi per esami diagnostici e visite specialistiche in gravidanza possano aggirarsi tra gli 800 ai 1000 euro. La cifra comprende l’iter che va dalle prime analisi al parto stesso, esclusa l’amniocentesi (il cui costo supera i 600€). Si deve tenere presente che i costi possono essere più alti poiché molte persone si rivolgono direttamente al privato.
Molti degli esami diagnostici in gravidanza vengono erogati dal Sistema sanitario nazionale ma, con le lunghe liste d’attesa, soltanto pochissime donne riescono a prenotare nei tempi stabiliti mentre altre sono obbligate a rivolgersi ad una struttura privata. In gravidanza, l’80% delle donne italiane sceglie di pagare di tasca propria l’assistenza di un ginecologo privato piuttosto che rivolgersi a consultori e ambulatori ospedalieri gratuiti soprattutto per la continuità assistenziale: essere seguite per tutta la gravidanza dallo stesso specialista con cui stabilire un rapporto di fiducia personale.

Insomma, la maternità spesso si rivela un lusso inaccessibile per le fasce deboli.
“La ricerca - afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva  - mostra la debolezza delle misure attualmente in vigore per il sostegno alla famiglia media italiana diventata sempre più, negli anni, soggetto debole, stretta fra crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato ad una società profondamente mutata. Dai dati della ricerca si evincono  misure deboli, anacronistiche e disomogenee a livello territoriale, non rappresentative delle nuove categorie di soggetti deboli, ad es. i cittadini immigrati  Ci troviamo inoltre di fronte ad un forte paradosso: i cittadini sono spesso chiamati a sostenere economicamente le amministrazioni nell’erogazione dei servizi, ma ancora oggi non concorrono sistematicamente nella definizione degli stessi”.


A cura di Progetto Archimede
www.progettoarchimede.com

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