Manca poco più di un mese e mezzo al 15
ottobre. Entro quella data è attesa la nuova legge di stabilità. Un
appuntamento nevralgico per il Paese che ogni anno segna il passo dei Governi e
rispecchia la loro capacità di rispondere agli stimoli (positivi o negativi)
del contesto economico e sociale. Quest’anno, come annunciato e ribadito a più
riprese da Matteo Renzi, il “piatto forte” dovrebbe essere
l’abolizione di Tasi e Imu prima casa. Una promessa da almeno 4,5 miliardi, cui
bisogna aggiungere circa 22,5 miliardi (i calcoli sono della Cgia di Mestre)
necessari per evitare l’aumento dell’Iva, il ritocco all’insù delle accise
sui carburanti e per rispettare le disposizioni stabilite della Corte
Costituzionale con le sentenze sulle pensioni e sul rinnovo dei contratti del
Pubblico Impego. In sostanza stiamo parlando di almeno 27 miliardi di fondi da
reperire a fronte dei quali appare quindi evidente che, al di là delle speranze
su qualche bonus dall’Europa in materia di rispetto dei parametri di bilancio,
ci dobbiamo attendere una bella sforbiciata alla spesa pubblica. La domanda che più ci interessa è se questa ennesima
sforbiciata riguarderà anche la sanità.
venerdì 28 agosto 2015
Ancora tagli alla sanità? Tutto si può fare, ma non raccontiamo più balle agli italiani
venerdì 21 agosto 2015
Responsabilità medica e le proposte della Commissione del Ministero
E’ stato stilato e presentato il documento con le proposte della
commissione consultiva sulle problematiche in materia di medicina difensiva e
di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie,
istituita dal ministro il 26 marzo e che ha concluso i lavori lo scorso 30
luglio. Quattro gli ambiti su cui la commissione ha proposto d’intervenire:
Responsabilità civile, Responsabilità penale, Assicurazione e Rischio clinico.
Come annunciato dal Ministro le proposte della commissione marceranno in
parallelo al Ddl sulla Responsabilità professionale in lavorazione alla Camera
dei deputati e al Dpr con le Regole sui Fondi assicurativi.
Responsabilità civile del medico: Prescrizione scende a 5 anni e onere della prova a carico del paziente.
La Commissione ministeriale propone di distinguere tra medico dipendente di una struttura sanitaria e medico libero professionista. Per il medico dipendente di una struttura sanitaria (ospedale o casa di cura, pubblica o privata) e per quello convenzionato la responsabilità professionale sarà di natura extracontrattuale, mentre per il medico libero professionista sarà di natura contrattuale. Per i medici dipendenti e convenzionati l’azione risarcitoria si prescriverà pertanto in 5 anni (non in 10) e l’onere della prova della colpa graverà sul paziente. Attualmente la giurisprudenza della Cassazione attribuisce al rapporto tra medico e paziente natura di rapporto contrattuale. Ne consegue che il medico risponde nei confronti del paziente per inadempimento contrattuale: la prescrizione dell’azione è quindi decennale ed opera la c.d. inversione dell’onere della prova (non è il paziente che deve dimostrare la colpa del medico, ma il medico che ha l’onere di provare in giudizio di aver agito senza colpa).
Saranno poi introdotti limiti all’azione di rivalsa da parte della struttura sul medico dipendente e nello stesso tempo si rivedrà il rapporto tra l’azione di rivalsa stessa ed il giudizio erariale della Corte dei conti, prevedendo che l’attivazione di quest’ultimo inibisca la prosecuzione della prima.
Responsabilità civile del medico: Prescrizione scende a 5 anni e onere della prova a carico del paziente.
La Commissione ministeriale propone di distinguere tra medico dipendente di una struttura sanitaria e medico libero professionista. Per il medico dipendente di una struttura sanitaria (ospedale o casa di cura, pubblica o privata) e per quello convenzionato la responsabilità professionale sarà di natura extracontrattuale, mentre per il medico libero professionista sarà di natura contrattuale. Per i medici dipendenti e convenzionati l’azione risarcitoria si prescriverà pertanto in 5 anni (non in 10) e l’onere della prova della colpa graverà sul paziente. Attualmente la giurisprudenza della Cassazione attribuisce al rapporto tra medico e paziente natura di rapporto contrattuale. Ne consegue che il medico risponde nei confronti del paziente per inadempimento contrattuale: la prescrizione dell’azione è quindi decennale ed opera la c.d. inversione dell’onere della prova (non è il paziente che deve dimostrare la colpa del medico, ma il medico che ha l’onere di provare in giudizio di aver agito senza colpa).
Saranno poi introdotti limiti all’azione di rivalsa da parte della struttura sul medico dipendente e nello stesso tempo si rivedrà il rapporto tra l’azione di rivalsa stessa ed il giudizio erariale della Corte dei conti, prevedendo che l’attivazione di quest’ultimo inibisca la prosecuzione della prima.
venerdì 14 agosto 2015
Quei maschi ‘drogati’ di palestra affetti da disturbi alimentari
Non è certo una notizia che desta scalpore, perché sull’esagerata cura
del proprio fisico si è già detto molto, e spesso non certo in maniera
positiva. Specie quando vedi un fisico scolpito, muscoli d’ordinanza in bella
mostra, dalla ‘tartaruga’, al bicipite guizzante, passando per le spalle
imponenti sorrette da un vitino da vespa. Merito di ore ed ore di allenamento
certo. Ma, non ci possono essere dubbi, anche di generose dosi di ‘supplementi’
che il palestrato ingurgita avidamente, dietro ‘prescrizione’ del vicino di
panca o del suo personal trainer.
Ma adesso, una ricerca presentata al congresso dell’American Psychological Association, propone di etichettare questa pratica estrema di ‘attrezzi-bibitoni’ come una nuova categoria di disturbi del comportamento alimentare, in quanto frutto di un complesso e profondo squilibrio nutrizional-psicologico.
In un’intervista rilasciata alla rete televisiva americana CBS News, Richard Achiro, della California School of Professional Psychology presso la Alliant International University di Los Angeles – sostiene dunque che “gli uomini ossessionati dall’aspetto fisico, spinti da fattori psicologici a raggiungere un livello di ‘perfezione’ fisica maschile, utilizzano farmaci e supplementi in maniera esagerata e assimilabile ad un disturbo del comportamento alimentare.”
Ma adesso, una ricerca presentata al congresso dell’American Psychological Association, propone di etichettare questa pratica estrema di ‘attrezzi-bibitoni’ come una nuova categoria di disturbi del comportamento alimentare, in quanto frutto di un complesso e profondo squilibrio nutrizional-psicologico.
In un’intervista rilasciata alla rete televisiva americana CBS News, Richard Achiro, della California School of Professional Psychology presso la Alliant International University di Los Angeles – sostiene dunque che “gli uomini ossessionati dall’aspetto fisico, spinti da fattori psicologici a raggiungere un livello di ‘perfezione’ fisica maschile, utilizzano farmaci e supplementi in maniera esagerata e assimilabile ad un disturbo del comportamento alimentare.”
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venerdì 7 agosto 2015
La proposta arriva dalla Toscana: “Istituire la figura del medico geriatra di Rsa”
Il grado di civiltà di un Paese si misura sotto diversi
aspetti. Ad esempio dalla capacità di gestire e tutelare la vita degli anziani.
Nei Paesi scandivani, ma anche in quelli anglosassoni e quelli alpini, la cura
dei nostri cari giunti in età pensionabile diventa una priorità, per non
parlare di quegli anziani colpiti da malattie croniche. Un sistema adeguato in
difesa di chi ha contribuito in maniera determinante alla nostra crescita e che
ora ha bisogno del nostro aiuto. Una dimostrazione di gratitudine,
responsabilità e di sensibilità, in sintesi di umanità. E l’attenzione verso i
senior si dimostra attraverso un’assistenza adeguata verso di essi.
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