mercoledì 15 maggio 2013

Un servizio sanitario impoverito dal federalismo


Cittadinanzattiva ha presentato il Rapporto 2012

Sono tre anni che va avanti l’attività dell’Osservatorio civico di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato  che si occupa di indagare vizi e virtù del federalismo sanitario e di proporre soluzioni alternative laddove emergono criticità evidenti rispetto all’inalienabile diritto alla salute.
Vizi più che virtù a quanto conferma lo stesso Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva: “Un federalismo al capolinea, che ha indotto le regioni a restringere i diritti, impoverito il servizio sanitario pubblico a vantaggio del privato e stremato i cittadini, creando differenze territoriali senza precedenti. E mentre la direttiva europea approvata nel 2011 stabilisce che i cittadini della UE possono scegliere liberamente in quale stato curarsi, assistiamo nel nostro Paese a disparità di trattamento dei cittadini a seconda della regione di residenza e, addirittura, alla delibera con il cui il subcommissario campano alla sanità vieta di fatto ai propri residenti di curarsi fuori dal proprio territorio. Un tentativo anacronistico e anticostituzionale”.

Il Rapporto presentato in questi giorni, che fa riferimento ai dati relativi al 2012, analizza con particolare attenzione alcune aree nodali del nostro servizio sanitario pubblico come il percorso materno-infantile, la procreazione medicalmente assistita, la prevenzione e i vaccini, la rete oncologica, l’assistenza territoriale, l’assistenza farmaceutica e propone anche un focus sul livello di trasparenza delle nostre regioni.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che l’Italia cade al fondo delle classifiche europee: uno studio sulla qualità di governo messa a punto nel 2012 dall’Università svedese di Gothenburg ha fotografato infatti la situazione dei 27 paesi europei in termini di qualità delle amministrazioni, rispetto delle regole dello stato di diritto, incidenza della corruzione e capacità di dar voce e rendere conto ai cittadini. Ebbene, l’Italia si colloca al 25° posto (su 27) per le prime tre aree, 24° per la quarta e 20° nell’ultimo aspetto. A livello di singole regioni italiane, inoltre, il Sud e in particolare Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, si collocano al livello, davvero problematico, delle regioni interne dell’Europa orientale; inoltre le regioni più avanzate, considerate nel nostro contesto virtuose, come Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, restano molto lontane dalle regioni europee meglio amministrate, non solo quelle dell’area scandinava, ma anche dalle più vicine regioni francesi e tedesche.
Ricca la mole di dati forniti nel Rapporto di Cittadinanzattiva che continua la sua attività di raccolta delle segnalazioni sui diritti negati e di promozione fra i cittadini della conoscenza della Carta europea dei diritti del malato, e a margine di questo studio rinnova il suo appello alla valutazione e alla partecipazione civica.

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