mercoledì 13 novembre 2013

Diabete, non diamogliela vinta

Il diabete è una vera e propria epidemia e a dirlo sono i dati diffusi da IDF (International Diabetes Federation) e WHO (World Health Organization) in occasione della campagna di prevenzione diffusa per la Giornata mondiale contro questa patologia cronica. Sono infatti 250 milioni le persone che oggi lottano contro il diabete e, senza opportune misure, nel 2025 potranno essere addirittura 380 milioni.
In Italia il 9% delle persone fra 20 e 79 anni ha il diabete così come il 20% delle persone più anziane senza dimenticare 15 mila bambini e ragazzi con diabete di tipo 1 e le loro rispettive famiglie.  Oltre il 90% dei casi di diabete in Italia risulta essere di tipo 2, a questi, va aggiunta una quota stimabile di oltre 1,5 milione di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza.

La crescita così marcata dei casi di diabete può essere motivata dall’invecchiamento della popolazione, ma il fenomeno più allarmante e più strettamente correlabile al diabete, in tutte le fasce di età, è sicuramente rappresentato dal diffondersi dell’obesità, dovuto alla progressiva riduzione dell’attività fisica e al cambiamento delle abitudini alimentari.

In quest’ottica lo scorso anno è nata la partnership triennale tra Nestlé e  IDF l’International Diabetes Federation che si propone di sviluppare  un’azione comune per educare alla sana alimentazione e ad un corretto stile di vita: abitudini riconosciute come fondamentali nel  prevenire il diabete e tutte le malattie non trasmissibili.

Sulla rivista scientifica PLOS ONE, sono stati pubblicati i risultati dell’indagine sull’identificazione dei problemi di salute legati all'obesità, fattore di rischio primario per il diabete anche in età infantile e adolescenziale.  “Le persone con obesità viscerale sono riconosciute come maggiormente a rischio rispetto allo sviluppo delle malattie ad essa correlate. La scoperta di bioindicatori poco invasivi, veloci e affidabili per analizzare gli individui affetti da obesità viscerale, potrebbe aiutare a monitorare l’efficacia delle diverse terapie – ha spiegato François-Pierre Martin, coordinatore scientifico dello studio Nestlé - . In futuro potrebbe essere un metodo efficace e accessibile per affrontare il pesante fardello dei tanti problemi che derivano dall’obesità, in particolare la resistenza all’insulina, il diabete di tipo 2, e le malattie cardiovascolari”.

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