Il diabete è una vera e propria epidemia e a dirlo sono i
dati diffusi da IDF (International Diabetes Federation) e WHO (World Health
Organization) in occasione della campagna di prevenzione diffusa per la
Giornata mondiale contro questa patologia cronica. Sono infatti 250 milioni le
persone che oggi lottano contro il diabete e, senza opportune misure, nel 2025
potranno essere addirittura 380 milioni.
In Italia il 9% delle persone fra 20 e 79 anni ha il diabete
così come il 20% delle persone più anziane senza dimenticare 15 mila bambini e
ragazzi con diabete di tipo 1 e le loro rispettive famiglie. Oltre il 90% dei casi di diabete in Italia
risulta essere di tipo 2, a questi, va aggiunta una quota stimabile di oltre
1,5 milione di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza.
La crescita così marcata dei casi di diabete può essere
motivata dall’invecchiamento della popolazione, ma il fenomeno più allarmante e
più strettamente correlabile al diabete, in tutte le fasce di età, è
sicuramente rappresentato dal diffondersi dell’obesità, dovuto alla progressiva
riduzione dell’attività fisica e al cambiamento delle abitudini alimentari.
In quest’ottica lo scorso anno è nata la partnership triennale
tra Nestlé e IDF l’International
Diabetes Federation che si propone di sviluppare un’azione comune per educare alla sana
alimentazione e ad un corretto stile di vita: abitudini riconosciute come
fondamentali nel prevenire il diabete e
tutte le malattie non trasmissibili.
Sulla rivista scientifica PLOS ONE, sono stati pubblicati i
risultati dell’indagine sull’identificazione dei problemi di salute legati
all'obesità, fattore di rischio primario per il diabete anche in età infantile
e adolescenziale. “Le persone con
obesità viscerale sono riconosciute come maggiormente a rischio rispetto allo
sviluppo delle malattie ad essa correlate. La scoperta di bioindicatori poco
invasivi, veloci e affidabili per analizzare gli individui affetti da obesità
viscerale, potrebbe aiutare a monitorare l’efficacia delle diverse terapie – ha
spiegato François-Pierre Martin, coordinatore scientifico dello studio Nestlé -
. In futuro potrebbe essere un metodo efficace e accessibile per affrontare il
pesante fardello dei tanti problemi che derivano dall’obesità, in particolare
la resistenza all’insulina, il diabete di tipo 2, e le malattie
cardiovascolari”.
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