mercoledì 20 novembre 2013

Il 5 dicembre gli Stati Generali del Volontariato in Sanità

“La Relazione Salutare” metterà in evidenza il potenziale del lavoro di chi a titolo gratuito assiste i malati

Nel mondo della sanità in questi giorni si parla soprattutto di precari e di volontariato. Sarà forse il segnale palese di una situazione di diffusa difficoltà gestionale? O semplicemente ci stiamo fasciando la testa prima di cadere? Al di là della chiara volontà di arginare criticità che sono ormai parte del sistema, andrebbe comunque fatta una riflessione sullo stato attuale prima di trovare soluzioni realmente praticabili.
In questi giorni la proposta di decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per stabilizzare i precari della sanità è al centro del confronto che il Sottosegretario di Stato alla Salute, Paolo Fadda ha avuto con tutti i sindacati del comparto sanità, tra i quali anche le rappresentanze di medici e di altra dirigenza.
“La priorità – afferma il Sottosegretario Fadda -  è data dalla considerazione che si affronta la delicata, importante e strategica questione delle lavoratrici e dei lavoratori precari dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale per la duplice seguente considerazione:
-        La prima che è giusto affrontare, in forma unitaria e radicale  il problema di una generazione di professionisti e di operatori che da anni, con rapporti di lavoro precario, garantiscono, con competenza e generosità, prevenzione, cura, riabilitazione e ricerca  nelle aziende e istituzioni sanitarie;
-        La seconda è che, finalmente, per medici ed altre professionalità laureate, è possibile offrire  una  soluzione certa per tentare di uscire dal tunnel del precariato”.
Ma se bisogna parlare di generosità, allora è il caso di segnalare cosa sta accadendo nel mondo del volontariato che tanto supporto dà nelle corsie di tutta Italia.
«Abbiamo puntato a mettere al centro il valore aggiunto che il volontariato porta: la relazione con il malato come fattore che anche la medicina ritiene sempre più decisiva nei percorsi di cura e guarigione», spiega il direttore di Vita Giuseppe Frangi.
Il Volontariato nella Sanità ha acquisito in questi anni un’importanza sempre maggiore:
a) in termini numerici (volontari e addetti nelle istituzioni sanitarie non profit);
b) come produttore di relazioni fondamentali persino (come è riconosciuto da tante ricerche scientifiche) nelle terapie;
c) come soggetto e motore di processi di de-ospedalizzazione.

È un ambito in forte espansione che vede attivi oggi in Italia 340.000 volontari impegnati, 11mila associazioni e istituzioni sanitarie non profit che danno lavoro a 158mila addetti. Insomma, sono numeri importanti in termini di efficienza per una struttura così complessa come il nostro sistema sanitario nazionale.

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