domenica 23 febbraio 2014

“Codice rosa” in ospedale per le donne vittime di violenza

Un nuovo percorso ad hoc per garantire la massima riservatezza

I colori nel pronto soccorso di solito distinguono i pazienti in base alla gravità del problema e all’urgenza dell’intervento e così, se si entra con un codice bianco o verde, è scontato che si venga “superati” da chi ha ricevuto l’attribuzione di un codice giallo o addirittura rosso.
Ma da oggi succederà anche che qualcuno potrà legittimamente entrare nel reparto di emergenza senza che nessuno se ne accorga o così ci si augura che sia.
Si tratta delle donne che saranno accolte con il nuovo “codice rosa”, un percorso pensato esclusivamente per le donne vittime di violenza, per le quali viene attivata una procedura specifica in modo che possano essere accolte nel modo più immediato ed efficiente da personale formato per affrontare questo tipo di problematiche e in grado di capire subito come intervenire, sia sul piano fisico che psicologico.

Una volta attribuito il codice rosa le pazienti vengono trasferite in sale riservate dove possono entrare soltanto il personale medico e gli agenti di polizia per garantire la massima riservatezza. Per le donne straniere e per chi ha disabilità sono poi previsti interpreti e personale specializzato.
Un altro passaggio fondamentale legato a questa innovazione recepita da tutti i pronto soccorso del Lazio è che  le donne, una volta dimesse, saranno assistite gratuitamente da psicologi, assistenti sociali e avvocati e saranno orientate nella scelta degli strumenti oggi disponibili, come i Centri antiviolenza e le case rifugio per donne maltrattate.
“Stiamo creando una Task Force composta dalla regione Lazio, le ASL, le prefetture, le questure, tutte le forze dell’ordine, l’Istituto Statale Sordi e un gruppo di operatori in grado di collaborare per la tutela delle vittime - ha dichiarato Concettina Ciminiello, assessore alle Pari opportunità e Sicurezza della Regione Lazio -   e vogliamo attivare corsi di formazione per promuovere le conoscenze, condividere le procedure operative, sviluppare la collaborazione fra i vari gruppi operativi, per rispondere in modo efficace a questo terribile fenomeno”.

A cura di Progetto Archimede
www.progettoarchimede.com



Nessun commento:

Posta un commento