Gli italiani dovranno ancora aspettare prima che la Direttiva europea sulle cure transfrontaliere passi dalla teoria ai fatti. Il decreto attuativo è stato firmato dal Governo lo scorso 4 dicembre, ma, perché diventi effettivo, bisogna attendere anche il parere delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato e quello della Conferenza Stato-Regioni.
Qualche criticità però è già stata evidenziata in un documento pubblicato da Cittadinanzattiva che punta il dito su costi, non omogeneità fra le Regioni e burocrazia ancora elevata.
Una delle anomalie segnalate è il fatto che venga previsto che i cittadini anticipino i costi dell'assistenza e che l'eventuale differenza tra la tariffa italiana e quella del paese europeo sia a carico sempre dei cittadini. Anomalia ancora più esasperata dalle difformità possibili sul territorio nazionale, visto che le Regioni italiane più virtuose che garantiscono ai propri cittadini livelli di assistenza regionali ulteriori potranno decidere di rimborsare anche queste prestazioni (LEA aggiuntivi). “E' evidente – si legge nel documento di Cittadinanzattiva – che invece quei cittadini residenti in Regioni che non garantiscono livelli aggiuntivi di assistenza continueranno a vivere anche in Europa quelle discriminazioni che già oggi vivono sul territorio nazionale”.
A questo si aggiunga poi che i costi sostenuti per l'assistenza ricevuta in Europa verranno rimborsati secondo le relative tariffe regionali, con il rischio che per una stessa prestazione ricevuta si possano rimborsare somme differenti da Regione a Regione con ulteriore discriminazione tra i cittadini.
Non esistendo un obbligo per tutte le Regioni di rimborsare le spese di viaggio, alloggio e le spese supplementari nel caso di persone con disabilità, c’è il rischio dunque che le disparità diventino vere e proprie discriminazioni. “Troviamo molto grave – continua Cittadinanzattiva – non aver sancito l'obbligo del rimborso per le spese supplementari delle persone con disabilità che necessitano dell'accompagnatore per lo spostamento, poiché in contrasto con i contenuti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata sia dall’UE, sia dall’Italia”.
Prima che la legge venga applicata c’è ancora tempo per dare maggiore forza alle proposte sollevate dalle associazioni attive a difesa dei pazienti che sicuramente dovranno essere indirizzate verso lo snellimento delle pratiche, l'individuazione di tariffe uniche e una maggiore attivazione delle ASL nelle procedure.
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