sabato 11 ottobre 2014

Indagine Anaao Assomed-SWG sui medici in corsia

Stressati, delusi e economicamente insoddisfatti

È dura la vita dei medici nelle corsie degli ospedali italiani. Almeno leggendo i risultati di una indagine dell’Anaao Assomed. Infatti, secondo i medici, all’enorme peso di responsabilità cui sono sottoposti non corrisponde una retribuzione soddisfacente, e tanto meno la prospettiva di una progressione di carriera. Come se non bastasse, il carico di lavoro aumenta sempre di più, mentre i contenziosi medico legali incombono come spade di Damocle. Il risultato? La loro serenità professionale è profondamente compromessa. 
E così i dottori italiani si sentono stressati, delusi, insoddisfatti e minacciati. Senza distinzione di età e provenienza. Da Nord a Sud, giovani e meno giovani, quasi sette su dieci confessano di sentirsi frequentemente stanchi, circa sei su dieci si dichiarano economicamente scontenti e poco meno della metà emotivamente sfiniti. Soprattutto la totalità dei medici ritiene che a decidere della loro carriera nelle strutture ospedaliere sia la politica.

Ma nonostante tutto la maggioranza continua a considerare buona la qualità dei servizi che il Ssn mette sul piatto.
L’indagine è stata condotta da Swg per l’Anaao Assomed su un campione di 502 medici distribuito su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è stato quello di fotografare lo stato dell’arte delle condizioni lavorative dei medici tra criticità e aspettative.


“L’indagine – ha commentato Costantino Troise, Segretario nazionale Anaao Assomed –  dimostra che abbiamo visto giusto quando negli ultimi anni abbiamo posto con forza il problema della governance delle aziende sanitaria e nella contrapposizione tra logiche organizzative e valori professionali. Torna tra i medici, specie i più giovani particolarmente colpiti dagli anni del blocco, il tema della retribuzione, a testimonianza di un impoverimento della categoria che non è solo di potere di acquisto e livelli previdenziali, ma anche di formazione, sicurezza, investimenti in tecnologie e risorse umane. Occorre adoperarsi per portare la sanità nella agenda del Governo e con essa i diritti del lavoro non scindibili da quelli dei cittadini. Ripartire dal lavoro, nelle sue varie forme, e dai suoi contenuti per ricordare a chi governa che senza di noi non esiste sanità pubblica e financo la crociata contro gli sprechi, esige la nostra partecipazione e la nostra professionalità”.

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