Le
recenti dichiarazioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in una
trasmissione televisiva, fanno riflettere. La prima reazione potrebbe essere di
fastidio, ossia pensare che così si chiude sempre più la porta nei confronti
degli indigenti. Ma a bene vedere le cose non starebbero così. Anche perché
troppi sono i nodi ancora irrisolti della sanità italiana: dai tagli agli
sprechi, fino alla disorganizzazione e alle differenze tra le varie Regioni. Ma
tutto deve partire dall’informatizzazione della rete in maniera capillare,
eliminando le diseguaglianze che caratterizzano le varie aree geografiche
d’Italia. Un modello unico da seguire, questo serve, anche se applicarlo, lo sappiamo
bene, non è facile.
Anche perché, come ha rimarcato la Lorenzin, oggi uno dei problemi in sanità è
“far applicare la legge nazionale alle Regioni” ribadendo che “se le Regioni
non applicano le norme si mandano i commissari”.
martedì 24 febbraio 2015
Per il ministro c’è un abuso nell’uso del Pronto Soccorso. E pensa ai Ticket
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venerdì 20 febbraio 2015
20 minuti al giorno di passo svelto allungano la vita di qualche anno
Uno studio americano condotto su 33 mila persone dimostra
quello a cui molti non vorrebbero credere. Infatti, pare che la sedentarietà è
causa di morte più dell’obesità. Anzi, a voler essere precisi, la prima uccide
il doppio della seconda. E questo studio, appena pubblicato su American Journal
of Clinical Nutritione, in origine era mirato a individuare possibili
correlazioni tra cancro e dieta e che tra le altre variabili ha registrato
anche attività fisica e indice di massa corporea (BMI).
La ricerca ha analizzato dati relativi a oltre 334 mila
persone di entrambi i sessi e, confrontando il numero dei decessi tra diversi
gruppi, ha scoperto che quelli
correlabili all’obesità erano circa la metà di quelli legati alla sedentarietà.
La buona notizia è che basta un minimo di attività fisica, ma praticata con
costanza, cioè tutti i giorni, per correggere questo elemento di rischio,
soprattutto tra i più giovani. E la ‘dose’ minima di attività fisica
raccomandata dal primo autore dello studio, Ulf Ekelund, professore di medicina
sportiva presso l’Unità di Epidemiologia del Medical Research Council
(Università di Cambridge), è una camminata a passo veloce per 20 minuti al
giorno.
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sabato 7 febbraio 2015
Allarme depressione. L’uso di antidepressivi è in costante aumento
E’
definita la malattia del secolo. Strisciante e subdola, colpisce nel segreto
dell’intimità umana e lascia tracce profonde. Una malattia a cui non piace il
palcoscenico, spesso sottovalutata dalla medicina tradizionale, eppure
altamente invasiva e drammaticamente attuale. E’ la depressione, che quando
colpisce lascia segni che vanno a stravolgere la vita di relazione degli esseri
umani. Il diffondersi sempre più evidente della depressione è evidente nei dati
del Rapporto Osmed 2014 diramati all'Aifa: nel nostro Paese il consumo di
antidepressivi è divenuto talmente ampio da costituire, a detta dei vertici
dell’agenzia, 'una delle principali componenti della spesa farmaceutica
pubblica'. Durante i primi 9 mesi del 2014, i nostri concittadini hanno acquistato
più antidepressivi, e contestualmente meno antibiotici e meno vaccini. Non c'è
da stupirsi: da tempo la rabbia e la depressione vengono individuati da enti di
ricerca e istituzioni quali fattori chiave della crisi sociale che stiamo
attraversando. Ciò che invece stupisce è che si continui a trascurare
l'opportunità di appropriatezza ed efficacia offerta dall'apporto di psicologi
e psicoterapeuti, le cui potenzialità vengono tuttora colpevolmente trascurate
dal Servizio Sanitario Nazionale. Eppure curare la depressione costa poco
rispetto ai costi diretti ed indiretti che genera.
martedì 3 febbraio 2015
Uno studio Istat svela il “sommerso” della sanità italiana e traccia nuove prospettive
Si
chiama Multiscopo ed ha venti anni l’indagine sulla salute che l’Istat ha pubblicato
recentemente creando un patrimonio informativo ricco e importantissimo per le
politiche sanitarie, e che permette di comprendere meglio le trasformazioni in
atto nel Paese. Le nuove caratteristiche e dimensioni
dell’abuso di alcol in Italia, la correlazione tra aumento della disabilità e
l’invecchiamento della popolazione, il legame tra rischio di morire e livello
di istruzione: si tratta di dinamiche essenziali per fotografare il quadro del
nostro Paese e che l’Istat ha potuto misurare soltanto grazie alle sue indagini.
Un sistema di rilevazioni che, dal 1993, costituisce uno spaccato per
eccellenza del nostro paese per ampiezza dei temi trattati, accuratezza
metodologica e campione raggiunto. Progettata per la produzione di dati sugli
individui e sulle famiglie, l'indagine Multiscopo è diventata una miniera
d'informazioni sulle trasformazioni della società italiana ed è stata dibattuta
nel convegno dal titolo ‘Qualità della vita in Italia: vent'anni di studi
attraverso l'indagine Multiscopo’, svoltosi presso la sede dell’Istat di Roma.
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