Uno studio americano condotto su 33 mila persone dimostra
quello a cui molti non vorrebbero credere. Infatti, pare che la sedentarietà è
causa di morte più dell’obesità. Anzi, a voler essere precisi, la prima uccide
il doppio della seconda. E questo studio, appena pubblicato su American Journal
of Clinical Nutritione, in origine era mirato a individuare possibili
correlazioni tra cancro e dieta e che tra le altre variabili ha registrato
anche attività fisica e indice di massa corporea (BMI).
La ricerca ha analizzato dati relativi a oltre 334 mila
persone di entrambi i sessi e, confrontando il numero dei decessi tra diversi
gruppi, ha scoperto che quelli
correlabili all’obesità erano circa la metà di quelli legati alla sedentarietà.
La buona notizia è che basta un minimo di attività fisica, ma praticata con
costanza, cioè tutti i giorni, per correggere questo elemento di rischio,
soprattutto tra i più giovani. E la ‘dose’ minima di attività fisica
raccomandata dal primo autore dello studio, Ulf Ekelund, professore di medicina
sportiva presso l’Unità di Epidemiologia del Medical Research Council
(Università di Cambridge), è una camminata a passo veloce per 20 minuti al
giorno.
Gli studiosi inglesi hanno calcolato che una ‘quantità’ di
esercizio fisico, pari ad appena 90-110 calorie ‘bruciate’ al giorno –
l’equivalente appunto di 20 minuti di camminata a passo svelto – fosse
sufficiente a ‘promuovere’ un soggetto dalla categoria dei ‘sedentari’ a quella
dei ‘moderatamente inattivi’. Ma tanto basta a fare la differenza: la mortalità precoce, nel passaggio dal primo
al secondo gruppo, si riduce infatti del 16-30%. E mentre i benefici maggiori
si sono registrati nei soggetti normopeso, anche i sovrappeso o gli obesi,
mostravano un chiaro beneficio dal praticare un’attività fisica di questo tipo.
Che sia chiaro però – ammoniscono gli autori – i venti
minuti di camminata a passo veloce al giorno vanno considerati come il ‘minimo
sindacale’ della prescrizione di attività fisica; idealmente cioè bisognerebbe
fare di più, visti i tanti benefici che comporta l’esercizio fisico.
“Mentre dobbiamo continuare a profondere tutte le nostre
energie per contrastare la dilagante epidemia di obesità – afferma Nick
Wareham, Direttore dell’Unità MRC di Cambridge – dovremmo anche impegnarci ad
aiutare la gente a fare più attività fisica e a praticarla in maniera costante
e continuativa”. I risultati di questo studio dimostrano infatti che l’eccesso
di mortalità, inerente all’eccesso di adiposità, sia addominale che
generalizzata, può essere almeno in parte attenuato dall’esercizio fisico.
L’esempio della camminata a passo veloce è solo uno dei
tanti; molti studi sottolineano la grande efficacia dell’andare in bicicletta
ad esempio, come evidenzia anche uno studio pubblicato all’inizio dell’anno su
Journal of Physiology e ampiamente ripreso da tutta la stampa laica inglese.
Da questo studio, la bicicletta emerge come l’elisir di
lunga vita e la fonte di eterna giovinezza.
I ricercatori del King’s College di Londra hanno infatti
dimostrato che il grado di fitness (resistenza aerobica, frequenza cardiaca a
riposo, massa scheletrica, capacità respiratoria e densità muscolare) di un
ciclista dilettante di 79 anni è pressoché lo stesso di quello di un ciclista
amatoriale 55enne; a patto però di continuare a fare esercizio regolare.
“Facendo esercizio fisico – ha spiegato in un’intervista al
Telegraph il professor Stephen Harridge, direttore del Centre of Human &
Aerospace Physiological Sciences al King’s College – fate fare al vostro corpo
quello che lui vorrebbe fare e gli permettere di invecchiare in maniera
ottimale. Non è l’invecchiamento di per sé a comportare uno stato di fragilità
e di scarsa funzionalità fisica, ma il fatto che la gente smette di fare
esercizio fisico e di tenersi in attività”.
“Andare in bicicletta – ha commentato nello stesso articolo
il professore emerito Norman Lazarus, membro del team del King’s College e
ciclista amatoriale - non solo mantiene mentalmente vigili, ma richiede anche
l’uso vigoroso di molti dei sistemi chiave dell’organismo, come i muscoli, il
cuore e i polmoni di cui si ha assoluto bisogno per mantenere un buono stato di
salute e per ridurre i rischi associati a numerose malattie”.
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