martedì 4 dicembre 2012

Accesso ai farmaci, online il Rapporto di Cittadinanzattiva


Siamo sicuri che tutti gli italiani abbiano le stesse possibilità di accesso alle cure? Paghiamo tutti lo stesso ticket? E in caso di malattie che ci costringano a ricevere i farmaci a casa, siamo tutti trattati alla stessa maniera? Sono questi alcuni degli interrogativi ai quali dà risposta Cittadinanzattiva nel suo ultimo Rapporto sull’assistenza farmaceutica dal punto di vista civico, presentato nei giorni scorsi e pubblicato online sia in sintesi che nel dettaglio regione per regione.

Temi non certo semplici da affrontare in un momento in cui le risorse economiche dedicate al Sistema sanitario nazionale sembrano sempre più difficili da trovare. Eppure la salute resta un diritto inalienabile, nonostante le evidenti differenze tra Regioni, che si sono accentuate ulteriormente con l’attuazione del federalismo sanitario (a seguito della modifica del Titolo V della nostra Costituzione). Differenze tangibili e quantificabili anche dal punto economico, visto che si parla di modalità diverse per l’introduzione di ticket sulla farmaceutica, prezzi di riferimento di farmaci equivalenti, implementazione di forme di distribuzione diretta e per conto, uso di limiti prescrittivi per alcune categorie di farmaci, prontuari terapeutici regionali, di area vasta, ospedalieri, vincolanti e non vincolanti.


L’indagine, che si è svolta tra maggio e agosto 2012 e ha visto la partecipazione di 78 farmacie, Asl e Aziende Ospedaliere, dà voce alle preoccupazioni dei cittadini, che, con una percentuale maggiore di due punti rispetto all’anno scorso, si dicono indignati per l’aumento del costo dei ticket e per il costo dei farmaci in fascia C e quelli in fascia A. A questo proposito il Rapporto di Cittadinanzattiva fa in particolare riferimento alla rideterminazione del prezzo di rimborso massimo per i farmaci generici in fascia A avviata dall’ Aifa nel 2011. E così, per ottenere un risparmio complessivo di 600 milioni di euro, i cittadini si sono trovati a dover pagare, per alcuni farmaci, una differenza davvero esagerata tra il farmaco equivalente e quello “di marca”.

Osservatori privilegiati di questi fenomeni sono le associazioni di pazienti, che lamentano in particolare il costo dei farmaci in fascia C, il costo di quei  farmaci che un malato cronico assume costantemente ma che sono per esempio fuori nota, le difficoltà e gli ostacoli nella prescrizione, la scarsità o la lontananza di centri farmaceutici rispetto al domicilio del paziente per il ritiro delle terapie farmacologiche, oltre agli annosi problemi legati a tempi lunghi per l’inserimento dei farmaci più nuovi.

Le proposte di Cittadinanzattiva per garantire una maggiore accessibilità alle terapie farmacologiche sono puntualmente definite nel Rapporto e prendono spunto dalle richieste concrete dei pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie rare o croniche, che esprimono la necessità di avere maggiori garanzie per l’accesso gratuito ai farmaci necessari ed insostituibili, un maggior accesso ai farmaci innovativi, l’effettiva erogazione dei farmaci ospedalieri su tutto il territorio nazionale. E c’è poi un invito che andrebbe rivolto alle autorità competenti affinché si prosegua nel processo di liberalizzazione del mercato dei farmaci e si coordini l’attività di ricerca pubblica con quella privata per ottimizzare gli sforzi e le risorse… visto che ciò che viene speso viene tolto dalle tasche dei cittadini.

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