Esiste da cinque anni e mezzo il Centro di accoglienza al
Pronto Soccorso dell'ospedale San Camillo di Roma. Ed esiste a ragion veduta,
visto che in questi anni il centro ha dato assistenza ad oltre duemila donne
vittime di violenza. La stragrande maggioranza sono italiane, sposate o
conviventi, ma anche donne libere che spesso hanno detto basta a un rapporto
che non volevano più. Sono soprattutto donne tra i 30 e i cinquantacinque anni.
Madri di famiglia, studentesse ed anche pensionate. Sei su dieci hanno subito
anche più di una forma di violenza. Donne che conoscono bene loro carnefici:
sono i mariti, i conviventi, parenti e anche ex fidanzati; padri, fratelli e
figli. Ma possono essere anche conoscenti stretti e colleghi di lavoro.
Raramente l’aggressore è uno sconosciuto. E la maggioranza sono ancora sotto il
giogo di chi le ha maltrattate.
Numeri ed esperienze che possono essere raccontate grazie al
report dei cinque anni di attività condotto da Sportello Donna, un punto di
riferimento per donne violate all’interno del Pronto Soccorso dell’azienda San
Camillo-Forlanini di Roma. Un’oasi per quelle donne che vogliono uscire fuori
da una situazione di prigionia fisica e psicologica, gestito da Be Free
Cooperativa Sociale e finanziato dall’Azienda romana e sostenuto da Intervita
We World. Un’ancora di salvezza importante, che però da luglio potrebbe però
non esserci per mancanza di fondi.
Ecco quindi che per fare luce non soltanto su questo
drammatico fenomeno e sollecitare le istituzioni alla massima attenzione verso
le donne e quanti con enormi sforzi cercano di dare un supporto reale, ma anche
trovare soluzioni per mantenere in vita lo sportello, è stato organizzato al
San Camillo di Roma il convegno “Codice violenza” sui modelli di accoglienza
per le donne vittime di violenza. Un incontro che il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin e la presidente della Camera Laura Boldrini hanno voluto
sostenere con un messaggio chiaro che impegna ad un’azione continua prendendo
in carico le vittime non solo da un punto di vista sanitario, ma anche
psicologico e legale, per una cura delle persona nelle sua globalità.
Una risposta chiara. Per questo la minaccia di chiusura del
centro ha visto il pronto intervento del governo con il nuovo piano nazionale
antiviolenza che prevede un sostegno concreto alle persone vittime di violenze
di genere e alle strutture che le supportano. Ad annunciare l’arrivo di un
Dpcm, Giovanna Martelli, consigliere del presidente del Consiglio per le Pari
Opportunità. Saranno stanziati 30 milioni di euro per il 2015 ripartiti per la
presa in carico sul territorio, la formazione al personale e l’inserimento
delle donne vittime di violenza nel mondo del lavoro. Sarà anche istituito
all’interno Dipartimento Pari opportunità un Osservatorio per vigilare su
fenomeno.
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