lunedì 2 marzo 2015

Sì ai tagli alla sanità, ma attenzione a non cancellare i diritti alla salute dei cittadini

Si è conclusa la Conferenza Stato-Regioni che ha convenuto sull’importo di 2,352 miliardi da tagliare al fondo sanitario 2015, rinviando però a nuova intesa (da adottare entro il prossimo 31 marzo) il dettaglio delle misure da adottare per garantire i risparmi in sanità. Inoltre sono previsti anche tagli per 285 milioni sull’edilizia sanitaria. Il tutto quindi porta la cifra dei tagli per la sanità a quota 2,637 miliardi di euro. Sono state quindi individuate misure di razionalizzazione ed efficienza della spesa del Sistema sanitario nazionale ma al contempo al rafforzamento dei sistemi di monitoraggio in ordine all’attuazione del Regolamento sugli standard ospedalieri. Le Regioni e le province autonome potranno conseguire, comunque, il raggiungimento dell’obiettivo finanziario intervenendo su altre aree della spesa sanitaria, alternative rispetto a quelle individuate dall’intesa da sancire entro il 31 marzo prossimo, ferma restando la garanzia del raggiungimento dell’equilibrio di bilancio del proprio Sistema sanitario regionale, assicurando in ogni caso, economie non inferiori a 2,352 miliardi di euro.
Un accordo che è stato definito importante perché l'intesa doveva essere raggiunta entro il 28 febbraio. Dal ministero sottolineano che “il risultato è positivo e si è raggiunto grazie al forte senso di responsabilità delle Regioni”. Concetto confermato dal presidente delle Regioni Sergio Chiamparino, che si era detto molto fiducioso sull’intesa anche se ha rivendicato come il “sacrificio” sulla sanità può essere sopportato solo per il 2015. “Accettiamo – ha sottolineato Chiamparino - di farci carico di un sacrificio pesante, quello della rinuncia ai 2 miliardi dell’aumento del fondo sanitario nazionale, con non solo l’auspicio ma anche l’impegno a lavorare perché questo valga solo per il 2015 e sia concordato con una specifica intesa Stato Regioni”.
“Per un anno – ha ribadito – si può infatti accettare un impegno di questo genere, ma tenendo conto della necessità di garantire nuovi farmaci salvavita e i nuovi Lea definiti dallo stesso ministero della salute si può tirare la corda solo nella prospettiva di tornare a lavorare per garantire nel 2016 il livello di finanziamento previsto dal Patto per la Salute, o in ogni caso, di dimensioni quantitative che consentano di far fronte alle due esigenze che ho prospettato: Lea e farmaci salvavita”.

Da parte nostra, invece, resta il dubbio che i tagli alla sanità pubblica non possono che andare a pesare sui cittadini più deboli, gli unici che non possono ricorrere che al sistema sanitario nazionale per affronatare i propri problemi di salute. Ci auguriamo, come Chiamparino, che questa stretta creditizia si fermi soltanto al 2015, anche se già per molti non sarà facile affrontare questi dodici mesi in maniera serena. Restiamo infatti convinti che i tagli alla spesa pubblica dovrebbero riguardare altri sprechi e non quelli legati ai diritti della popolazione da sempre vittima dell’ingordigia di alcuni.

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