“Gli anziani italiani, che in questi giorni
corrono il rischio di ritrovare in fascia C tutta una grande quantità di
farmaci e quindi di dover cominciare a pagare di tasca propria. Difronte ad uno
scenario che indebolirebbe ulteriormente la loro già compromessa situazione
economica, avanzano una proposta. Perché non recuperare i fondi necessari
riducendo gli 800 milioni di euro che ogni anno i dirigenti pubblici
percepiscono come premio di risultato?". Lo chiede Roberto Messina,
Presidente di FederAnziani Senior Italia.
“Abbiamo un esercito di 48mila dirigenti, come apprendiamo dall’ultima puntata della trasmissione Report, i più pagati in Europa, le cui performance sono così brillanti da meritare un riconoscimento così oneroso per le casse pubbliche. Sarebbe un segnale importante da parte di chi non sempre brilla per efficienza, accettare un piccolo sacrificio per permettere al popolo italiano di continuare a curarsi. Dal momento che le Regioni hanno chiesto di anticipare al mese di giugno la revisione del prontuario farmaceutico, inizialmente prevista per dicembre 2015, per risparmiare circa 200 milioni di euro, FederAnziani Senior Italia – prosegue Messina - propone per l’anno in corso una riduzione dei premi di produzione dei dirigenti pubblici pari al 30%, per un totale di 240 milioni di euro; eventualmente, se l’anno prossimo ne occorreranno 400 milioni, proponiamo di ridurre i premi del 50% per l’anno 2016, in modo da garantire un’equa redistribuzione dei redditi e da poter sostenere i malati”.
Inoltre, in ambito specificamente sanitario, FederAnziani
Senior Italia, attraverso il suo Centro Studi, ha individuato una serie di
possibili interventi di contenimento della spesa sanitaria. In particolare è
emerso che nel triennio 2009-2011 il SSN avrebbe potuto risparmiare il 36,31%
delle risorse impiegate nelle cinque macroaree di costo selezionate, per un
risparmio totale ipotetico di quasi 1,5 miliardi di euro l’anno. Nello
specifico, le risorse impiegate in modo inefficiente sono state: 461 milioni
per la voce relativa alla pulizia, lavanderia, materiali di guardaroba e di
generale convivenza (25,06%); 240 milioni per i prodotti alimentari e la mensa
(27,93%); 110 milioni per le utenze telefoniche (45,53%); 478 milioni per il
riscaldamento (96,72%); 205 milioni per i premi assicurativi (30,14%).
"Forse è il caso di impegnarsi a ridurre del 15%, ovvero di 225 milioni di euro, le spese in queste aree, ridefinendo i contratti in essere, piuttosto che far pagare i farmaci al popolo", conclude FederAnziani.
"Forse è il caso di impegnarsi a ridurre del 15%, ovvero di 225 milioni di euro, le spese in queste aree, ridefinendo i contratti in essere, piuttosto che far pagare i farmaci al popolo", conclude FederAnziani.
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