giovedì 30 aprile 2015

I medici di famiglia divisi. Smi e Snami contro Fimmg

Imperversa in Italia ancora una volta la logica della divisione. Inaugurata una trentina di anni fa nel mondo politico, la logica del tutti contro tutti continua imperterrita in ogni dove facendo quotidianamente vittime. Lontani i tempi dei sindacati confederali. Oggi le sigle sindacali si presentano spesso persino spaccate al loro interno, come anche i partiti. In questa dinamica del tutti contro tutti facciamo riferimento alle recenti polemiche tra diverse sigle sindacali dei medici di famiglia. Smi e Snami hanno infatti deciso di non seguire la Fimmg nello sciopero del 19 maggio. Per i due sindacati il vero problema non sono le trattative per il rinnovo, ma l’impianto della legge Balduzzi, insomma una differenza a dir poco sostanziale. 

Pina Onotri, Segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani-Smi, ha denunciato come “questa sia una scelta che divide i medici, e, forse, anche un bluff: non serve a niente e forse neppure si farà!”. Accuse dunque pesanti. Per Onotri, infatti, “il problema vero è la legge Balduzzi, senza previsione di risorse adeguate, non lo stallo delle trattative con la Sisac. Questa – ricorda, ancora il segretario generale Smi - è una legge fortemente voluta dalla Fimmg sulla spinta delle proposte che ruotavano attorno alla cosiddetta “rifondazione della medicina generale” e che, per essere precisi, vede già assurde applicazioni in Toscana, sempre grazie all’impegno della stessa Fimmg”.
“Altro che fughe in avanti delle regioni, che pur ci sono, altro che sciopero – conclude il segretario Smi - è giunto il momento dell’unità, dell’autocritica, e non delle divisioni. Facciamo tutti un passo indietro, per il bene dei medici di medicina generale, da anni senza contratto, strozzati dagli oneri burocratici e dalla pressione fiscale, dalla perdita di potere economico per il blocco degli accordi di lavoro (convenzioni) e per l'aumento delle spese di gestione. Queste sì che sono motivazioni per protestare duramente e su cui saremmo disposti ad impegnarci. Altro che mettere in campo iniziative volte a chiudere l'ennesimo accordo a iporisorse”.
“Abbiamo due ordini di motivazioni per pensare che questo “presunto” sciopero sia una vera sciocchezza – sottolinea anche lo Snami in una nota - . Primo, perché non si sciopera per mandare avanti un contratto che sarà in netta perdita per i Medici e, provocatoriamente, abbiamo sostenuto che, caso mai, bisognerebbe scioperare per mantenere questa convenzione. Sarebbe ovvio che si protestasse per ottenere qualcosa e non per perdere qualcosa. Secondo, perché scioperare significa tutt’altra cosa rispetto ai vincoli dell’attuale codice di autoregolamentazione dello sciopero stesso. E’ la stessa differenza che si avrebbe in un duello sostituendo una sciabola di metallo con una di cartone leggero”.
I medici Snamo dicono quindi no allo sciopero perché “non condividiamo le motivazioni di questo sciopero e perché i vincoli attuali, non voluti da noi ma di chi oggi dice di voler scioperare, sono inaccettabili per non dire ridicoli. I Medici dello Snami, secondo sindacato della medicina generale, lavoreranno tranquillamente così come molti altri che non sciopereranno per un risultato svantaggioso per la Categoria. Scioperare per riprendere le trattative, vorrebbe dire applicare proprio la legge che altro non è che la realizzazione della regionalizzazione della Sanità ad iporisorse, mettendo le mani in tasca dei Medici. Manderemo una lettera aperta agli altri sindacati – conclude la nota - perché si possa ragionare insieme sul rimodulare la legge Balduzzi, voluta fortemente da chi oggi dice di voler scioperare, e convochiamo da subito un tavolo congiunto per mandare al macero questo codice di autoregolamentazione dello sciopero per cercare di approvarne, in tempi brevissimi, uno serio che ci permetta di porre in essere vere azioni di protesta. Ma sia chiaro: mai scioperare come in questa circostanza, per perdere qualcosa”.

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