16/02/2012

Si tratta di un fenomeno in crescita per il quale sono necessari provvedimenti diffusi e capillari, come suggerito dal “Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking” approvato dal Ministero per le pari opportunità già nel novembre 2010 per la prevenzione, l’informazione e il sostegno alle vittime.
La Regione Lazio ha recepito proprio in questi giorni le direttive ministeriali avviando l’iter per l’approvazione della proposta di legge - il cui primo firmatario è stato Claudio Bucci (Idv) -che prevede l’istituzione presso le Aziende Sanitarie Locali di centri anti-stalking dove saranno accolte sia le vittime che gli autori degli atteggiamenti persecutori per lavorare sul loro recupero.
E’ prevista, inoltre, l’istituzione di un Osservatorio regionale per la consulenza, il monitoraggio, la promozione di studi, ricerche e campagne di informazione e sensibilizzazione, che provvederà anche a stipulare protocolli d’intesa con l’autorità giudiziaria e l’autorità di pubblica sicurezza per la definizione di interventi integrati.
Alessandra Mandarelli, presidente della Commissione Sanità, per rendere più efficace la proposta e in linea con le direttive del piano di rientro, suggerisce di affrontare comunque lo stalking nell’ambito della medicina territoriale, coinvolgendo anche i servizi già presenti e funzionanti nel distretto socio-sanitario, piuttosto che soltanto le Asl, preferendo, dunque, soluzioni domiciliari e ambulatoriali a trattamenti ospedalieri o prettamente sanitari.
E c’è già chi annuncia emendamenti: Lidia Nobili (Pdl) molto probabilmente proporrà un allargamento dei servizi antistalking anche in Comuni e Province, mentre Enzo Foschi (Pd) ha sollevato qualche preoccupazione per i costi, temendo uno stop in sede di commissione Bilancio. Per Isabella Rauti (Pdl) c’è comunione di idee con Giulia Rodano (Idv) sulla opportunità che l’Agenzia di sanità pubblica emani linee guida ad uso degli operatori per individuare correttamente i casi di stalking.
La materia è delicata e ricca di spunti sui quali riflettere, senza però lasciar passare ancora troppo tempo, vista la portata sociale di un fenomeno drammaticamente in espansione, come documentato dalla recente indagine dell’Osservatorio nazionale, che ha riscontrato su un campione di 800 studenti tra i 13 e i 17 anni che il 5% dei ragazzi ha tutte le caratteristiche per diventare un potenziale "stalker".
*Progetto Archimede www.progettoarchimede.com
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